Le news di Spi Aosta
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Povertà energetica e inclusione sociale

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Il tema sulla povertà energetica è di una certa rilevanza perché racchiude dentro di sé una connessione con il tema, oggi sempre più evidente, della povertà economica e delle diverse realtà territoriali. 

Ma che cosa si intende con “povertà energetica”? 

Sebbene non sia stata ancora elaborata una definizione comune di povertà energetica, con questo termine, viene indicata l’impossibilità da parte di famiglie o individui di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici.

Le conseguenze sono negative sul livello di benessere e quello di inclusione sociale. 

In Italia ci sono 2,2 milioni di famiglie in povertà energetica nel 2021, pari circa all’8,5% del totale delle famiglie italiane. 

La ricerca promossa dalla CGIL, dallo SPI Cgil e dalla Fondazione Di Vittorio, s’intitola “Democrazia energetica e inclusione sociale nelle aree interne. Il ruolo della contrattazione sociale e territoriale nel contrasto alla povertà energetica”. 

Questo periodo storico ha fatto sì che non si potesse parlare di povertà energetica ed economica, senza parlare del tema delle comunità energetiche e il risparmio energetico. 

Lo scopo della ricerca-azione (ovvero un approccio scientifico finalizzato a generare riflessioni e azioni attraverso la relazione tra studiosi e attori del contesto di indagine), è quello di capire, definire e contrastare la povertà energetica in Italia, analizzandola a partire dalle diversità territoriali nelle aree periferiche e ultra-periferiche. 

L’obiettivo è di contribuire alla creazione di un welfare locale e delle pratiche di investimento sociale place-based, coinvolgendo le comunità locali, utilizzare le loro conoscenze, collaborare con tutti gli attori del territorio e promuovere la cooperazione inter-istituzionale.

Il campione di indagine utilizzato è formato da 824 questionari, distribuiti in tutta Italia (in Valle d’Aosta ne sono stati valutati dai 5 agli 11 questionari), con un maggior numero di interviste nel sud Italia. 

Il disegno di campionamento è diviso in due stadi : 

  1. i comuni periferici e ultra-periferici 
  2. le persone di età superiore o uguale a 64 anni, residenti in quei comuni

Nello studio si parla anche di soggetti in “vulnerabilità economica”, ma qual è la differenza tra povertà economica e vulnerabilità economica? 

E’ considerato in “vulnerabilità economica”, chi ha entrate annuali tra 10 e 15 mila euro (€), è solo o al più convive con una persona ed è in condizione di soddisfare i propri bisogni primari, senza alcune agevolazioni economiche. 

Al contrario, chi è in “povertà economica”, deve avere almeno una di queste caratteristiche : 

Il campione è stato successivamente suddiviso in base alla combinazione delle condizione economica e dello stato energetico dell’abitazione : 

  1. povero energetico : povero economico con abitazione inefficiente 
  2. vulnerabile energetico : vulnerabile economico con casa inefficiente 
  3. povero economico in senso stretto : povero economico ma casa non inefficiente 
  4. non in condizione di disagio economico

Tab 1.1 La geografia del disagio. I dati sono in percentuale (%)

Nella tabella sono riportati i dati inerenti alla condizione di disagio economico in correlazione all’efficienza energetica abitativa, suddivisi per area territoriale. I dati dimostrano come isole e sud Italia siano le aree geografiche con una percentuale più alta, rispetto alla media nazionale, di poveri energetici. 

Dalla ricerca si evince, inoltre, che i poveri energetici sono il gruppo che rivela una maggiore fragilità socio-economica, sia per le condizioni materiali, sia per lo stato dell’abitazione, sia per le condizioni più generali di vita. 

Allo stesso modo, i vulnerabili “energetici” sembrano affrontare condizioni di maggiore fragilità rispetto ai “vulnerabili esclusivamente economici”. 

Questo risultato conferma l’importanza della dimensione non-economica nella stima delle condizioni di povertà energetica; sommati ai poveri energetici, i vulnerabili energetici rappresentano una porzione non trascurabile della popolazione presa in campione. 

Quali sono le misure per contrastare questo fenomeno? 

Troviamo : 

Sono misure che purtroppo non sono sufficienti, l’avanzamento del fenomeno della deprivazione energetica rende più che mai necessario un potenziamento del bonus sociale (allargando la platea degli aventi diritto, raggiungendo anche gli utenti non allacciati alla rete gas), inoltre va alleggerita in modo PERMANENTE la bolletta energetica dal peso degli extra costi, andando evidentemente oltre i provvedimenti sorti dall’emergenza che stiamo vivendo. 

Un altro elemento da sottolineare è il ruolo della contrattazione sociale e territoriale per una giusta transizione energetica. 

È fondamentale rafforzare le pratiche di contrattazione sociale e territoriale tra amministrazioni locali, parti sociali e imprese private. In questo senso, le comunità energetiche rinnovabili (CER) assumono sempre un maggiore interesse, anche da parte dei sindacati.

In tutto questo, il sindacato può svolgere un ruolo importante attraverso la contrattazione per lo sviluppo sostenibile con gli Enti Locali, per sollecitarli a creare comunità energetiche sui propri territori, ridurre i costi delle bollette e contrastare la PE, attivando progetti solidali che valorizzino la comunità, coinvolgendo attivamente la popolazione. 

Vi lasciamo in allegato all’articolo, la ricerca completa per approfondire questo https://www.fluidbook.it/spi-aosta/fdv/2022/democrazia-energetica-e-inclusione-sociale/