La pandemia COVID-19 ha sicuramente rappresentato un evento mondiale senza precedenti.
Ansia, paura per il futuro, stress, disturbi alimentari, autolesionismo, asocialità, queste sono alcune delle tantissime problematiche che hanno dovuto affrontare i giovani in questi ultimi due anni.
La ricerca “Chiedimi come sto. Gli studenti ai tempi della pandemia”, promossa dalla Rete degli studenti medi, dall’UDU – Unione degli universitari e dal sindacato dei pensionati SPI-CGIL, che ha coinvolto in un solo mese più di 30.000 studenti delle scuole superiori e delle università su tutto il territorio nazionale, ha evidenziato come il 90% degli studenti abbia manifestato un forte disagio psicologico a causa della pandemia e delle sue conseguenze nella vita di tutti i giorni (crisi economica; DAD; distanziamento sociale; lockdown etc).
Una vera e propria indagine sul campo (condotta dall’Ires Emilia-Romagna) che mette in luce non solo la criticità della condizione psicofisica dei giovani, ma che si è rivelata anche uno specchietto importante per comprendere la prospettiva della nuova generazione.
Un’analisi a 360 gradi, in cui troviamo anche la loro prospettiva sul futuro, riassumibile con una parola : paura. Un’ansia che, data l’instabilità dei giorni nostri, non solo è giustificabile, ma che necessita anche di una rapida risposta dalla società e dalle istituzioni.
Le conseguenze del covid.
La ricerca mostra che il 28% degli studenti ha riportato disturbi alimentari, il 16% dei quali è stato innescato dalla pandemia, mentre il 14,5% ha avuto esperienze di autolesionismo, in cui la metà dei casi coincidenti con il periodo pandemico.
Il 10% ha assunto sostanze e il 12% ha abusato di alcol.
Le emozioni negative, tra cui noia, demotivazione, solitudine, paura e rabbia, sono aumentate vertiginosamente.
La pandemia ha prodotto anche un cambiamento nelle abitudini comportamentali, con un maggiore utilizzo di social media, videogiochi e fumo. Al contrario, l’incontro con gli amici, online e di persona, e la cura del proprio aspetto fisico sono diminuiti drasticamente.
Un altro dato rilevante è sicuramente il cambiamento dei ritmi del sonno, ben il 63,9% ha dichiarato che la pandemia e il relativo lockdown abbiano influito sul proprio ciclo biologico.
Disastro DAD
L’indagine evidenzia, inoltre, il fallimento della didattica a distanza.
Un quarto degli studenti ha preso in considerazione l’idea di abbandonare gli studi durante l’emergenza sanitaria e la didattica a distanza.
La frequenza alle lezioni è diminuita del 24% ed è rimasta invariata al 64%.
In generale, l’apprendimento a distanza ha prodotto diversi problemi che hanno accresciuto il disagio psicologico degli studenti. Tra i problemi più comuni troviamo la noia, la fatica di trovarsi davanti a uno schermo per molte ore, la mancanza di motivazione, l’ansia, la solitudine e infine la difficoltà a vedere la propria immagine riflessa su uno schermo.
Salute mentale – supporto psicologico
Circa il 60% degli studenti guarda con criticità la propria salute mentale, in prospettiva futura.
Comportamenti e stati d’animo che più rispecchiano l’instabilità del proprio futuro sono per l’80% la curiosità, l’insicurezza per il 75% e poco più del 72% per quanto riguarda la paura. A ciò si aggiunge una visione giovani-adulti totalmente sfalsata. Gli adulti ritengono che i giovani siano più felici e allo stesso tempo più irresponsabili, al contrario i giovani hanno una visione completamente contraria di se stessi.
Per quanto riguarda invece il supporto psicologico, il 90% degli studenti pensa che sia necessario nella propria scuola e università avere uno sportello psicologico. Di questi, il 35% non lo ritiene solo utile ma vorrebbe usufruirne, a dimostrazione del forte impatto della pandemia sulla propria salute mentale ma anche della volontà di affrontare e superare le difficoltà.
Potete trovare la ricerca completa sul nostro sito, alla sezione pubblicazioni – Chiedimi come sto.(https://www.fluidbook.it/spi-aosta/ricerche/2022/chiedimi-come-sto/).